Il libro di Simona Mannucci

Sono molteplici le ragioni del cuore che emozionano e invitano il lettore alla resilienza e all’ascolto delle voci interiori.


La scrittura di Simona Mannucci nasce dal piombo duttile e flessibile, che lega e tiene insieme, piuttosto che dall’oro incorruttibile. Un romanzo breve o un racconto lungo, la sua prima opera letteraria, scorrevolissima eppure complessa nella strutturazione emozionale della trama, e per questo rara e preziosa. In una parola: vera.

L’Autrice, conoscitrice puntuale dell’animo umano, compone un libro che celebra la resilienza. Pertanto, particolarmente adatto al periodo che stiamo vivendo, attraversato da una pandemia che scombussola gli equilibri e ci costringe a ri-nascere.

Il valore della memoria

Sono nata dal piombo è anche un libro controcorrente, che incide, che valorizza la storia, personale e collettiva, che trova nei ricordi e nella memoria la ragione ed il senso delle scelte di vita, sempre in bilico tra libertà e dolore, tra l’arbitrio personale e la sofferenza e la perdita che ogni scelta porta con sé. Un libro che esplora i sentimenti e tesse un’elegia dei legami d’amore e dei rapporti familiari.

Una storia al femminile. Del resto è la parte femminile della psiche che tutto accoglie, che porta alla luce, nutre e trasforma. È il femminile che trasmette il desiderio di vivere.

L’Amore è amore del nome proprio

Sin dalle prime righe del romanzo si respira una tensione letteraria palpabile e crescente, che trascina con sé il lettore e non lo lascia mai solo, facendogli indossare di volta in volta gli abiti dei protagonisti della storia e trasportandolo in scorci assolati. Appare sin dall’inizio il nome proprio, Anna, con tutta la potenza di una dichiarazione di identità e di un carico di affettività.

L’Autrice dà una straordinaria descrizione del materno: “Mia madre aveva questo potere di rassicurarmi, di mostrarmi sempre il lato buono delle cose, prima ancora che lo vedessi io.” E sarà questa eredità a permettere ad Anna di sopravvivere agli eventi ed inserirsi nel magma dell’esistenza.

Anna è figlia e madre, sorella, ragazza innamorata, donna percorsa dall’amarezza e lavoratrice, che sotterraneamente mantiene vivo il filo dell’Amore. Perché chi conosce Amore sa che esistono regole ctonie ed oscure, che lo governano.

L’importanza del rapporto tra fratelli

Il libro indaga con uno scandaglio accorato il rapporto tra fratelli, spesso sottovalutato, che qui emerge nitido, manifestando la sua capacità di sostenere e condividere il peso, altrimenti non sostenibile, di certe esistenze plasmate dalla durezza degli eventi.

La scoperta della sessualità che consente di crescere

Bella la scansione ritmica dei capitoli che offre respiro all’opera e sovente una zattera al lettore, subissato dal surplus di vita e dal contagio emotivo, come sensuale e formidabile è il dettato poetico che descrive la scoperta della sessualità. L’Amore – Sessualità porta con sé le cifre della crescita, dell’emancipazione, della separazione, dei progetti e dei sogni e conseguentemente il carico di frustrazione, delusione e amara disillusione.

Quale conoscitrice dell’arcobaleno delle emozioni, l’Autrice sa descrivere il dolore, quello che raggruma il pianto, lo congela, lo blocca per un tempo indefinito e con esso avvolge e confina la Vita, lasciando tutto e tutti fuori, escludendo anche le persone più care.

Il dolore transgenerazionale che ricade sui figli

Ma se il dolore non trova esplicitazione ed espressione, se non incontra quella con-divisione che lo rende sopportabile e ne permette la metamorfosi, allora si isola e trasmigra da una generazione all’altra, diventa una pesante eredità. Ciò è accaduto alle voci del silenzio provenienti dalle esperienze della guerra, che hanno devastato la figura del padre e compromesso con l’alcolismo il profilo del figlio. Una lunga eco, nella quale si alternano anni confusi, che, attraverso l’isolamento, la negazione, i singhiozzi e la fuga, urlano il bisogno di elaborare la perdita ed il lutto.

Si susseguono addii ed assenze, che sommate fanno vacillare gli esseri umani oltre il prevedibile. In parte viene in soccorso il lavoro, con i suoi ritmi e la scansione dei giorni, con il suo costruire una nuova identità. Ma a poco serve, se non si visitano le stanze buie che restano serrate dentro l’anima.

Le conflittualità familiari costringono a rintanarsi, come scrive l’Autrice, nell’ intercapedine della solitudine, stretta tra le due interfacce dell’odio e dell’amore. Quando la vita diventa insopportabile è facile precipitare in una china che conduce a commettere errori. La genitorialità resta, comunque, per le madri di questo romanzo, per Anna come per la sorella e per la madre, l’occasione straordinaria di cura delle ferite-feritoie dell’anima e di riconciliazione con l’esistenza.

La pietas dell’autrice verso i protagonisti della storia

Le scelte sbagliate sono dettate dal dolore: con questa verità la Mannucci apre il romanzo alla pietas e fa accedere i suoi protagonisti alla misericordia. Possiamo mitigare quel sapore amaro soltanto sciogliendo i nodi ed i grovigli delle passate decisioni, soltanto incontrando la verità.

Sicuramente il sesso, utilizzato come un analgesico, può attenuare il senso di perdita e l’assenza, ma non colmerà mai il vuoto che la mancanza ha creato e che ha popolato di una solitudine acre. Soltanto le relazioni d’affetto possono riempire quel vuoto e rendere l’eco meno rimbombante. È il miracolo compiuto dal rapporto tra madre e figlia, è Milena.

Elegia degli affetti familiari e delle voci dell’anima

Un canto familiare, inscenato da Simona Mannucci, nel quale si stagliano padri negati, madri che sanno raccontare la realtà e tradurre l’affanno in tenerezza, in cui diventa protagonista il mare. È il canto di un terribile inganno, magistralmente svelato sul finale.

Diamo voce alle voci dell’anima, dice l’Autrice in chiusura, e confidiamo nella Vita che continuamente si rinnova. Ed io spero vivamente che Simona Mannucci voglia farci partecipi dell’evolversi delle esistenze mancanti di Anna e di Augusto, di Milena. E soprattutto di come Nené riuscirà a ridurre il solco della ferita d’Amore.

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